Quando un pezzo di legno batte i microchip

Ci sono oggetti, cose assolutamente inanimate, che pure riescono a parlare, cantare, starti vicino. Hanno bisogno di cura, di essere coccolati. Soffrono la solitudine e se non valorizzati perdono il proprio smalto.

Oggetti per cui il tempo che passa può creare valore affettivo, effettivo e sono tanto presenti nella tua giornata che rischi solo di non considerarle più. Ma non stiamo parlando di uno stupido monitor per pc o di una diavoleria iperelettronica.

E’ un oggetto che non fa. Un oggetto che crea e ti lascia creare. E dopo tanto 2.0 ci sarà un motivo se non riesco a rinunciare a questo πŸ™‚

Chitarra

7 thoughts on “Quando un pezzo di legno batte i microchip”

  1. anche io non riesco a rinunciare mai alla mia chitarra…pensa che ieri dopo tanto tempo ho ripreso a suonarla ed ho comprato le corde…insomma l'ho rimesa in sesto e vai con la prima strimpellata…che emozione!!!!!

  2. @ cadex: si, la chitarronza di viaggio però πŸ˜€

    E' la piccola che mi tiene compagna a Catania.

    La principessa (una stupenda spagnola classica) sta a casa πŸ˜‰

    @ lorenzone: è un inizio πŸ˜€

    @ spiff: ho cominciato a studiare musica classica a 9 anni. Da adolescente, elettrica a blues πŸ˜‰

    @ davidormi: ma non cantavi tu?

    @ Giambo: quando comprai il modem/router che ho, il wireless era roba da ricchi πŸ˜€

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