È difficilissimo in Italia entrare in politica, ma è sorprendentemente facile fare il politico. Immaginiamo di formalizzare in un prontuario i comportamenti dei "rappresentanti del popolo":
- Il politico può fare il cazzo che gli pare a prescindere dalla destra, dalla sinistra, ed in generale da qualsiasi movimento di pensiero, perché le ideologie sono morte.
- Un politico che parla di politica, usa solo l’impersonale, perché tutti devono capire di chi e di cosa sta parlando senza che lo dica.
- Per quanto detto al punto 2, un politico può smentire se stesso senza rischiare di cadere in contraddizione.
- La questione morale è un problema degli altri.
- Se per decidere c’è bisogno di un accordo condiviso con gli avversari, l’inevitabile fallimento della trattativa sarà da addebitare agli interessi particolari e personalistici dell’altra fazione.
- È più facile rinominare un partito, che cambiare modo di far politica.
- I rimborsi elettorali sono indispensabili per garantire la sostenibilità dei partiti e quindi della democrazia. Le finanziarie che gestiscono le somme sono entità superiori di cui nessun politico deve mai parlare.
- Un politico al governo deve dare la colpa al passato.
- Un politico all’opposizione deve dare la colpa al presente.
- Un politico che non ha passato lo sbarramento del 5% deve dare la colpa al futuro.
- Un politico elenca gli obiettivi. Per i metodi si improvviserà sul momento.
- Delle cellule staminali se ne occupa il Vaticano.
- Un cittadino che chiede conto di obiettivi mai raggiunti è un demagogo.
- Il governo tecnico è transitorio, il politico è per sempre.
- Il modo migliore per giustificare un problema mai risolto è sollevarne uno ancora più grosso.
- Il politico non deve mettere le mani in tasca agli italiani: da il suo IBAN all’ufficio pagamenti dell’ente e ci penseranno loro.
- La matematica applicata ai conti pubblici è un’opinione.
- Il politico può scegliere fra l’avere un’alta caratura morale o possedere una testata giornalistica adeguata alla bisogna.
- La crisi è colpa della speculazione, non degli speculatori.
- Un gruppo di cittadini organizzati, che ha perso fiducia nei partiti tradizionali e tenta di affacciarsi senza di loro nel mondo politico, è la migliore definizione di antipolitica.
Io a 20 mi fermo, anche se ne avrei qualche altra centinaia in mente. Ma la fiera delle ovvietà per ora finisce qui 🙂